Fausta Orecchio è nata a Roma nel 1957. Avrebbe voluto essere una matematica o una musicista, ma è diventata grafica per punizione.
A sedici anni, infatti, una sospensione scolastica le impedisce di proseguire gli studi e comincia così a lavorare allo Studio Giulio Italiani, dove apprende gli elementi basilari del graphic design. In seguito frequenta il corso di disegno del nudo all’Accademia di Belle Arti di Roma e – sempre ostinata nell’idea di fare musica –dà qualche esame al Conservatorio di Santa Cecilia.
Negli anni ’80 entra come grafico al quotidiano LC (Lotta Continua) e abbandona definitivamente la musica per dedicarsi interamente alla grafica, che da punizione diventa finalmente passione. Nell’89, dopo la chiusura del quotidiano Reporter dove era capo-servizio grafico, entra in contatto col gruppo di fumettisti “Valvoline”, seguendo la grafica della rivista “Dolce Vita” diretta da Oreste Del Buono. Lì comincia la collaborazione e l’amicizia con alcuni illustratori fra cui Lorenzo Mattotti, Igort, Francesca Ghermandi, Gabriella Giandelli, Stefano Ricci e molti altri.
Sarà proprio questa collaborazione che di lì in poi segnerà fortemente il suo lavoro grafico. Fra il ’93 e il ’99, insieme al direttore Paolo Cesari, chiama a collaborare alla rivista contro la pena di morte “Nessuno tocchi Caino”, alcuni fra i nomi più rilevanti dell’illustrazione internazionale, e la rivista diventa un punto di riferimento importante anche per l’aspetto grafico e visivo. In quegli anni incontra l’illustratore Fabian Negrin, con cui comincia una collaborazione ininterrotta che caratterizzerà molti fra i suoi lavori più significativi, fra cui l’immagine dell’Ente Teatrale Italiano. Fra il ’94 e il 2000 lavora particolarmente nel campo editoriale ridisegnando la linea grafica di importanti case editrici italiane. Nel 1997 ottiene il Premio Matita d’oro per il Graphic Design e, nel 2001, la Segnalazione d’onore nel concorso Compasso d’oro per il lavoro svolto per le riviste “Hands off Cain” e “Lo Straniero” diretto da Goffredo Fofi. Nel 2002 viene incaricata dall’Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva di realizzare il marchio per la conferenza dell’Atypi, la principale associazione internazionale di type designers. Dal 2002 insieme a Lorenzo Mattotti ogni estate realizza i manifesti del Comune di Roma per le iniziative culturali della città, e con questo lavoro, nel 2004, entra nella selezione della Biennale del Manifesto di Varsavia. Nel 2003 insegna grafica alla facoltà di architettura dell’Università La Sapienza di Roma, e in seguito a questa esperienza capisce definitivamente che la scuola – che sia da allieva o da insegnante– non fa per lei. Nel dicembre 2001 fonda, insieme al compagno Simone Tonucci, la casa editrice Orecchio acerbo il cui catalogo conta oggi oltre ottanta titoli e che – nonostante i numerosi riconoscimenti per il suo impegno nel rinnovamento dell’editoria per ragazzi in Italia – giorno dopo giorno dilapida inesorabilmente le risorse accumulate in molti duri anni di lavoro grafico.
Malgrado i suoi numerosi e sempre strazianti traslochi – oltre 35 – continua a vivere a Roma e non ha ancora abbandonato l’idea che prima o poi diventerà una grande matematica.